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Prima di aprire / 2. The Book Cover Archive

(Prima di aprire è una serie di guest post a cura di Clizia, cervello in fuga con la fissa delle cover.)

bca

Qualche anno fa Eric Jacobsen e Ben Pieratt hanno creato un piccolo angolo di web chiamato The Book Cover Archive, dove tutto è dedicato alle cover.

I due trentenni americani hanno deciso di impiegare le proprie capacità di web designer per raccogliere le più belle copertine su cui riescono a mettere le mani, ma l’aspetto più importante del progetto è il lavoro che fanno per i cover designer. Se le copertine sono protagoniste indiscusse del sito, infatti, un grande spazio è dedicato ai loro creatori, con tanto di link ai loro siti professionali. Una scelta che risponde alla necessità di dare loro maggior riconoscimento.

Di un libro possiamo ricordare l’autore, il titolo, e spesso la casa editrice, ma non sono molti quelli di noi che saprebbero citare anche il nome del grafico che ne ha realizzato la copertina. The Book Cover Archive è una celebrazione di questi artisti e un esplicito apprezzamento del loro talento nel creare una “faccia” in cui le esigenze diverse dell’autore, dell’editore e del libro trovano un equilibrio.

Sfogliando le pagine del sito è quasi impossibile non rimanere incantati dalla quantità e dalla varietà delle cover catalogate: tra migliaia di immagini, volti, titoli e piccole opere d’arte c’è da rifarsi gli occhi ma anche molto da imparare. E diventa una sfida con noi stessi andare avanti e cercare la nostra cover preferita.

Così due designer hanno trovato un modo per farci amare i libri, senza nemmeno andare oltre le loro copertine.

Prima di aprire / 1. Piccola storia della sovracoperta

(Prima di aprire è una serie di guest post a cura di Clizia, cervello in fuga con la fissa delle cover.)

bookcovers

La sovracoperta può piacere o meno: c’è chi la mette da parte per non sgualcirla e chi si innervosisce perché scivola. Sia come sia, è difficile immaginare di buttarla via appena arrivati a casa. Ci sembrerebbe di fare qualcosa di sbagliato, ma perché? Nella storia del libro non è sempre stato così: c’è stato un tempo in cui l’avremmo considerata alla stregua di un sacchetto della spesa.

Fino al 19° secolo, infatti, mentre la copertina stessa era decorata con incisioni dorate o impressioni a secco su cuoio o tela, quella che noi conosciamo come sovracoperta era un semplice foglio di carta in cui il negoziante avvolgeva il libro dopo l’acquisto; in alcuni casi poteva esserci scritto il titolo e il nome dell’autore, ma finiva comunque nel camino.

Aldo Manuzio, che intorno al 16° secolo diede inizio alla tradizione italiana dei decori sulla copertina, sarebbe rabbrividito all’idea della sovracoperta come la conosciamo oggi (o forse il suo spirito innovatore avrebbe prevalso?). Fatto sta che fino al 1800 è il contenuto del libro in sé a prevalere e non l’involucro che lo contiene: le copertine molto decorate erano spesso costose e realizzate solo su ordinazione.

Possiamo ringraziare artisti avant-garde come Toulouse-Lautrec  o Beardsley  per aver iniziato a disegnare su quegli inutili pezzi di carta e a trasformare la cover in quello che è oggi. Non pensavano che la carta fosse un mezzo troppo povero per avvolgere i libri e rappresentarne il contenuto, anzi: le riconobbero una possibilità d’espressione artistica, e così aprirono la strada a veri e propri artisti della cover.

Non giudicare mai un libro dalla copertina

“Non giudicare mai un libro dalla copertina” è una cavolata bella e buona. La qualità di un libro dipende anche da come è stato confezionato, e le sensazioni che dà dipendono anche da quella prima impressione.

7206556C’è persino chi si affeziona a un libro di favole per il soldatino d’argento serigrafato davanti, che la ipnotizza ogni sera mentre la mamma legge e che vent’anni dopo la accompagna fino a Oxford.
Non parlo di me (che ossessionavo mia nonna con una storia di refurtiva nascosta nel cibo per i gatti, parte di una raccolta che prima o poi vado a recuperare a casa dei miei) ma di Clizia, che questo mese finisce il master in editoria e che – complice la passione per la fotografia – spesso si ricorda di un libro più per la copertina che per la storia che c’è dentro.

Nei prossimi mesi Clizia scriverà per il blog una serie dedicata a tutto ciò quello che già c’è di un libro prima che lo apriamo. Cominciamo domani!

Copertine di design contro l’analfabetismo

Per promuovere la lotta all’analfabetismo lo studio di design beshart, in Belgio, ha raccolto 100 copertine reinterpretate da altrettanti artisti provenienti da 28 paesi. I libri sono quelli che l’Observer aveva classificato come “I 100 romanzi migliori di sempre” nel 2003.

Il progetto DoeDeMee è stato presentato l’8 settembre 2012 in occasione della Giornata Internazionale dell’alfabetizzazione.

Qui trovate la gallery con tutte le copertine, che sono anche in vendita come poster, a 35 euro (di cui 5 vengono devoluti all’UNESCO).

Motivi per far fuori un libro: la foto dell’autore mi fa paura

The Diagram Prize

Esiste un riconoscimento anche per il libro con il titolo più strampalato: il Diagram Prize viene assegnato ogni anno dal 1978. Il vincitore dell’anno è “Cooking with Poo“, ma a me piace di più “The Mushroom in Christian Art“.

Buon San Valentino vichingo

The Very Virile Viking di Sandra Hill (Leisure books, 2003): esiste davvero.

(Titoli e cover dei romanzi rosa sono uno spasso, questo post mi ha aperto un mondo.)

 

Molte copertine per nulla

La rivista Wallpaper*, confermandosi troppo cool per me, ha collaborato con diversi designer per produrre 15 cover diverse per il numero del suo 15° anniversario. Una più cool dell’altra, ognuna su una carta di diverso colore e con trattamenti di stampa specifici, già mi sognavo di vincere al lotto per comprarmele tutte (e poi comprare un loft vista Manhattan dove metterle, ma questo è un altro discorso). O almeno di riuscire a vederne un paio diverse alla Luxemburg, la libreria esterofila di Torino.

E invece no, Wallpaper* è troppo cool per chiunque: queste belle cover non saranno disponibili né nelle edicole né agli abbonati, se le terranno per loro e ci lasceranno sbirciare giusto qualche esposizione autocelebrativa.

Uno dei più bei titoli mai visti

Mi piace, mi ha fatto ridere, cosa vi devo dire.
Chi è senza peccato non ha un cazzo da raccontare: edito da Marcos y Marcos e attualmente, finché si può, in super-offerta su Amazon.

(trovato via il paper.li di Mac Civis alias @Il_Viaggiator)

Gialli Mondadori

La Padania di questa mattina (ho sentito alla radio, ho cercato online) aveva un finto “Giallo Mondadori” in prima pagina.

Giusto venerdì scorso per i Gialli Mondadori, nati nel 1929, è stata annunciata qualche novità: nuova veste grafica (non l’ho ancora vista, pare ci siano delle anticipazioni su Sherlock Magazine, che non conosco) e, soprattutto, nuovo editor.

Che, poverino, sarà già stato tormentato tutta l’infanzia/adolescenza per via del nome, quindi cercherò di fare la blogger matura e resisterò 😉